QUAL È LA LIBERTÀ RIVENDICATA OGGI DAL M5S

GLI STESSI CHE SEMBRAVANO AVER FATTO DELLA TRASPARENZA TOTALE LA RAGION D’ESSERE DEL LORO MOVIMENTO, ORA IN SENATO SI BATTONO CON VEEMENZA PER IL VOTO SEGRETO

Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 306, 4 agosto 2014

“Li-ber-tà, li-ber-tà, li-ber-tà” scandivano in coro giovedì a Palazzo Madama i senatori del M5S per impedire il lavoro del Senato,  protestando contro la decisione del Presidente di respingere la richiesta di voto segreto su di un emendamento del sen. Candiani (Lega) riguardante la composizione della Camera dei Deputati. In quel voto, svoltosi a scrutinio palese, si sono registrati 72 voti favorevoli, 194 contrari e 3 astenuti. Dunque, per pensare che con lo scrutinio segreto l’esito sarebbe stato diverso, occorre pensare che ci siano almeno 65 senatori, i quali hanno votato contro l’emendamento a scrutinio palese, e che avrebbero invece votato contro se avessero potuto farlo di nascosto dai loro colleghi. E dai loro elettori. Qual è dunque la “libertà” che il M5S ha invocato con grande enfasi, denunciando l’incombente rischio di dittatura? È la libertà dei senatori di non rendere conto agli elettori della loro scelta politica, di compierla di nascosto? Qui non si trattava di una scelta su questioni personali, o di fede religiosa o coscienza etica, ma di una scelta che riguardava l’assetto di un organo costituzionale dello Stato!
Dunque, la trasparenza totale, lo streaming, valgono solo quando c’è da fare un po’ di teatro, ma non vale quando si riforma la Costituzione? La libertà rivendicata è la libertà di un senatore di nascondersi da chi lo ha eletto mentre decide la composizione futura del nostro Parlamento?

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